Witch Hunting and Prosecuting in Early Modern Italy: A Historiographical Survey
Abstract
:1. Introduction
2. Before and after The Night Battles
“In this book I have studied the religious attitudes and, in a broad sense, the mentality of a peasant society—the Friulian—between the end of the sixteenth century and the first half of the seventeenth, but from an extremely limited point of view: the history of a nucleus of popular beliefs, which little by little, as a result of specific forces, became assimilated by witchcraft. It is an episode in history that has been unknown until now, but one which casts a great deal of light on the general problem of witchcraft and its persecution.”
3. Recent Work and New Directions
“Witch hunting in Italy, where most historians contend that the development of the modern state began, had much in common with the prosecutions that took place in Spain. In Italy, as in Spain, most witchcraft prosecutions came under the control of the Inquisition, and as in Spain the judicial record is one of almost astonishing restraint. The main point to be made here is that it was in the courts of the Roman Inquisition that inquisitorial procedure was perfected, and where the interest of the state in prosecutions was most boldly asserted. Yet that highly developed procedure, as John Tedeschi has shown, worked constanty in favour of the accused witch (…)”.
“it is high time for broad syntheses that explore common themes and variations in Italian witchcraft trials from the late fourteenth through the eighteenth centuries”.
“Studying the history of witchcraft and witch hunts in Italy therefore requires the adoption of multiple analytical models, capable of taking into account the extreme diversity of the political and legal backgrounds, as well as of describing and interpreting the folkloric varieties of the witchcraft paradigm”.
“it began early, took place almost exclusively north of the present-day region of Tuscany, only rarely reached the mass dimensions it had in northern Europe, and was mostly the work of church courts. This last point requires some explanation. The Inquisition shared with secular justice the responsibility of trying heretics, as magicians and witches were considered to be, because heresy was a crime which both church and state courts could prosecute (a crime of “mixed jurisdiction”, as jurists called it), and also because criminal law mandated that harm provoked by witchcraft be punished by the civil magistrate”.
“It was distinctive of the Orbetello cases that the majority of those practising love magic or consulting love magicians did so with marriage in mind. These marriage seekers were often already involved in a sexual relationship with the chosen person. All of them were women, and they were typically motivated by the lover having given a promise of marriage that he had yet to fulfil or, even worse, by the lover having simply withdrawn his promise”.
4. Conclusions
Funding
Conflicts of Interest
1 | “Tale credenza si manifestò in forma scientifica e in forma volgare, e l’una diede mano all’altra per dedurre da principij falsi spaventosi effetti. Non tutti vogliono ricordare che, nel meriggio delle arti e delle lettere, fra i godimenti della civiltà in Italia come altrove presero incremento le scienze occulte, alcuno dirà perché le illusioni meglio vivaci avvengono sempre più spesso all’istante dello svegliarsi”, Cantù (1866), vol. II, p. 368. |
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5 | Among the most recent books, I mention Romeo (2015); Pedrini and Dubbini (2018); Ferraiuolo (2019); Weber (2011); Montesano (2020). |
6 | “Delle credenze e delle superstizioni popolari quelle relative alla stregoneria non ci appaiono il relitto di un immenso naufragio, ma il documento più vero di un particolare modo di intendere la vita e il mondo. I demonologi e gli inquisitori operarono su una materia incandescente che avevano a portata di mano irrigidendola in schemi sociali o sociologici. Le ricerche degli studiosi si sono specialmente indirizzate agli aspetti storico-religiosi e psicologici della stregoneria moderna, e sono senza dubbio utili. Ma questo fenomeno, di grande importanza nella storia della civiltà europea, non può essere indagato soltanto sotto quei profili. La stregoneria è anche un fatto folklorico, come è dimostrato dai legami tra i motivi stregonici fondamentali e talune credenze e superstizioni, le quali non si sono tuttavia cancellate dalla tradizione popolare. Muovendo da queste premesse, lo studio su basi folcloriche della stregoneria serve a mostrare la continuità con cui il passato proietta la sua vita nel presente, come la religione e le superstizioni di antiche civiltà divennero in un erto periodo storico armi pericolose per la vita associata; e infine in che misura quelle armi, non più sotto i fulmini della legge, vivono o sopravvivono tra i volghi dei popoli civili e ne condizionano talune forme del pensiero e dell’attività”, Bonomo (1959), p. 11. |
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8 | “L’antologia così appassionatamente curata da Abbiati e Lazzati mette a disposizione del lettore la documentazione diretta (e talvolta inedita) di una vicenda complessa, tragica e conturbante per le nostre coscienze: si è particolarmente richiamato il volo notturno, perché in tante sciagurate credenze essa è apparsa forse una delle meno appariscenti ma certamente la più funesta per la sua logica perversa. La vicenda non è qui ricostruita, come tante altre, ma narrata dalle voci stesse dei protagonisti: impietosamente sottili quelle degli accusatori, fievoli, ma talvolta commoventi quelle degli inquisiti. Purtroppo la Kultur, la storia di ogni società, come la nostra occidentale cristiana, comprende anche il negativo: in questo caso brutale e ottuso; tuttavia, anch’io ritengo che ‘è tempo che i cristiani cessino di aver paura della storia’, Agnoletto (1984), pp. 14–15. |
9 | “Ma il filo rosse che lega strettamente le sante e le streghe è soprattutto ila ribellione al marchio d’infamia che l’antifemminismo del cristianesimo, ereditato dall’ebraismo attraverso la morbosa misoginia di san Paolo, imprime sulla donna, considerata causa di dannazione per l’uomo”, Craveri (1981), p. 10. |
10 | “nonostante l’ampia diffusione di questa credenza e la sua ricezione nella manualistica inquisitoriale e negli assetti normativi di tanti stati Europei, l’andamento della caccia alle streghe nell’Europa moderna lascia intravedere più dissonanze che omogeneità. La discontinuità e l’imprevedibilità delle epidemie persecutorie, la varietà delle istituzioni giudiziarie che le promossero, la molteplicità della cause scatenanti, sembrano difficilmente riconducibili a coordinate comuni”, Romeo (1990), vol. VII. |
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12 | “Il reperimento dell’archivio dell’Inquisizione senese provava, al contrario, che accuse e processi per maleficio negli anni di maggiore intensità (1580–1600) assommavano a poco più del 25% dei crimini” (…), Di Simplicio (2005), p. 17. |
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14 | “These examples illustrate how the inquisitor in Orbetello regarded the practice of magical rituals as religious offences, rather than as a method for material gain, which had formed the basis of the original accusations. Equally, they demonstrate that these trials were held in a judicial system in which the judge acted as confessor with the obligation of giving absolution. The denunciations from fellow inhabitants of the town were always included in the trials, but the most crucial piece of evidence against a suspect continued to be the statements—the confession—given by the suspect herself”, Kallestrup (2015), p. 139. |
15 | In a letter (Rome, 7 April 1623), Cardinal Giovanni Garcia Millino wrote to Eliseo Masini, inquisitor in Genua: “Verifichi i corpi dei delitti, che hora ha confessari la medesima Catherina, con l’esame de medici e di chi assisteva ai pretesi maleficiati et s’alcuno di essi sia morto o solo ammalato et che effetto habbia operato il preteso maleficio (…) nelli sommarij che manderà qui per l’avvenire faccia mettere le parole precise con quali depongono i testimoni e confessano i rei, non in lingua latina, ma nel modo ch’essi dicono in processo (…), Romeo (2008a), p. 343. |
16 | “Una cosa è dire che la caccia alle streghe non venne incoraggiata da Roma, almeno dopo il segretariato di Santoro; altra cosa è dire che non ci sia stata tout court. Non si tratta di una sottolineatura inutile, se solo si tiene conto che dalla mitezza nei confronti delle streghe si è ribaltata l’immagine ‘nera’ che ha accompagnato la storia dei tribunali inquisitoriali sin dal Settecento”, Lavenia (2010), p. 1527. |
17 | In his entry on Italy, Di Simplicio pointed out: “What needs more investigation is the Italian dialectic between power and its subjects, between the Church and the faithful. Witchcraft trials cannot be separated from the intense religious climate of the post-Tridentine Church, and its political ideology accounts for their peculiar course. It was not coincidental that the peak phase of repression in the 1590s coincided with the most intense religious climate of the period. Labelling and punishment of deviants became a preoccupation of Church and regional states aiming at achieving conformity in behaviour and belief. In Scotland, Italy, and elsewhere, witches were pursued primarily as “enemies of God”. The attempt to equate healers with maleficent witches was a constant concern of the Church, and the mild, drawn-out trials against the Benandanti of Friuli seem exemplary of this process of indoctrination”, Di Simplicio (2006). |
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Valente, M. Witch Hunting and Prosecuting in Early Modern Italy: A Historiographical Survey. Religions 2023, 14, 610. https://doi.org/10.3390/rel14050610
Valente M. Witch Hunting and Prosecuting in Early Modern Italy: A Historiographical Survey. Religions. 2023; 14(5):610. https://doi.org/10.3390/rel14050610
Chicago/Turabian StyleValente, Michaela. 2023. "Witch Hunting and Prosecuting in Early Modern Italy: A Historiographical Survey" Religions 14, no. 5: 610. https://doi.org/10.3390/rel14050610
APA StyleValente, M. (2023). Witch Hunting and Prosecuting in Early Modern Italy: A Historiographical Survey. Religions, 14(5), 610. https://doi.org/10.3390/rel14050610